10 Anni di Conoscenza
«La formazione continua è la chiave che apre alle imprese strade e prospettive per costruire valore e progresso sostenibile, superando retaggi culturali e vincoli obsoleti».
Con queste parole il Presidente Concetto Parisi ha aperto il convegno “Formazione e Politiche Attive tra continuità e innovazione” che si è tenuto giovedì 20.03.2025 a Roma, in occasione del decennale di Fondo Conoscenza.
Dieci anni fa, Fondo Conoscenza ha intrapreso il suo cammino con un’idea chiara: facilitare il ricorso alla formazione di qualità. L’attenzione alle imprese aderenti, dalle micro alle grandi organizzazioni, è una priorità che si è cristallizzata nel tempo e strutturata attraverso misure di finanziamento in linea con le dinamiche socioeconomiche, procedure semplificate e un’assistenza qualificata a imprese e operatori, per assicurare rapidità di risposta e qualità delle relazioni.
Non è mancato il sostegno di autorità, associazioni, enti di formazione e addetti ai lavori.
«Evitiamo di destinare risorse ad una formazione che non crea risultati» ha affermato il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e Politiche sociali, Claudio Durigon, intervenuto al dibattito per ribadire l’importanza di preservare il dialogo e la collaborazione tra la politica e gli operatori. Dialogo attraverso cui Fondo Conoscenza ha potuto contribuire attivamente al perfezionamento di alcune delle disposizioni originariamente previste dall’Avviso Fondo nuove competenze 3 – Competenze per le innovazioni (Decreto direttoriale n. 439 del 5 dicembre 2024). Grazie a questo lavoro congiunto, sono stati introdotti correttivi puntuali che hanno evitato l’esclusione dalla misura di alcune categorie di imprese, garantendo un accesso più equo ed efficace alle risorse disponibili.
Il decennale di Fondo Conoscenza non è solo un momento di bilancio, ma un’opportunità per condividere la posizione centrale della formazione continua nella crescita del Paese. Intelligenza artificiale, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, inclusione e parità di genere: sono solo alcune delle grandi sfide con cui oggi si confrontano le imprese italiane. Investire nella formazione significa recuperare il divario che separa l’Italia da altri Paesi in Europa, mentre si parla di quadri comuni agli Stati membri per la definizione e misurazione delle competenze.
In Italia, solo il 46% della popolazione possiede skills digitali adeguate, contro il 57% europeo.
«Uno dei target di questo governo» prosegue l’On. Lucia Albano, Sottosegretario MEF «è sostenere l’occupazione in generale e quella femminile in particolare. La formazione nelle discipline STEM così come in materia finanziaria ed economica può certamente favorire anche l’emancipazione femminile e di conseguenza, una maggiore libertà di azione e scelta per le donne».
«Il problema non è limitato unicamente a quando una persona non possiede un’occupazione» continua la Senatrice Annamaria Furlan. «ma, riprendendo il pensiero di Biagi, il problema vero è quando la persona non risulta occupabile, non più interessante per il mercato del lavoro».
Per l’On. Walter Rizzetto, Presidente XI Commissione Lavoro «La formazione si collega saldamente al tema dei salari, perché leva per la produttività delle imprese». Guardando ai più giovani, l’On. Cateno De Luca, Sindaco di Taormina e ideatore di Fondo Conoscenza, sostiene un cambio di passo: «Cominciamo ad introdurre gli adolescenti alla cultura del lavoro, insegnando un mestiere spendibile già dai 16 anni».
L’avv. Rosario De Luca, Presidente Consiglio Nazionale Ord. Cons. Lavoro, introduce nel dibattito il tema dell’Intelligenza Artificiale che oggi determina l’evoluzione di alcune professioni: «Solo la buona formazione può accompagnarci nella prossima versione del mercato del lavoro»
In questo contesto, il contributo della prof.ssa Ciucciovino, ordinaria di Diritto del Lavoro all’Università Roma Tre ha messo in luce la straordinaria opportunità in mano ai Fondi Interprofessionali, di poter raccogliere il fabbisogno autentico delle imprese in termini di figure professionali. Un patrimonio strategico da condividere e rendere pubblico, per meglio orientare la costruzione dei percorsi di formazione continua da riprogettare in termini di competenze in uscita piuttosto che di impegno temporale.
Formare significa anche proteggere. L’ing. Maria Pia Diodati, Ispettrice Direzione Centrale Vigilanza INL, ci dice che circa il 30% delle irregolarità riscontrate dell’INL riguarda la formazione obbligatoria. Un dato che fa da specchio al modello delineato dal datore di lavoro. E’ anche per questo che, secondo l’ing. Ester Rotoli, Responsabile Direzione Centrale Prevenzione INAIL, il nuovo accordo Stato-Regioni può determinare il rafforzamento della cultura della prevenzione, con l’introduzione della formazione obbligatoria anche per l’imprenditore.
Con oltre 41.700 aziende aderenti, un totale di 160.700 ore di formazione erogate a vantaggio di 61.331 lavoratori e lavoratrici, Fondo Conoscenza supporta da un decennio imprenditori e direttori HR nella realizzazione di percorsi formativi di valore, nella convinzione che le persone siano il vero patrimonio delle aziende.
«Il nostro è un Fondo che vuole confrontarsi» sostiene Raffaele Modica, direttore di Fondo Conoscenza. «In questi dieci anni abbiamo cambiato la percezione che aziende ed enti avevano maturato rispetto ai fondi Interprofessionali, connotati da un’eccessiva complessità. Ci lasciamo guidare dall’ascolto, dall’auto-osservazione critica e costruttiva, oltre che da una lunga esperienza nel mondo della formazione finanziata».
Ringraziamo tutti coloro che, con la loro presenza e il loro impegno quotidiano, contribuiscono a mantenere alta l’attenzione sulla formazione continua, risorsa per il progresso della società e strumento per lo sviluppo, l’emancipazione e l’evoluzione di ogni lavoratore.